Roma dal 30 giugno al 3 luglio – Salina (Eolie, Messina) dal 15 al 18 settembre
Il Festival Internazionale del Documentario Narrativo ideato e diretto da Giovanna Taviani torna a Roma, piazzandosi tra i primi posti nella graduatoria di merito dell’Estate Romana 2022 – Riaccendiamo la città, Insieme.
Il titolo della XVI edizione del SalinaDocFest è “Diaspore Incontri e Metamorfosi”: un invito alla riflessione sulla pluralità e il molteplice – nella storia, nel presente e nell’arte – a partire dalle molte ibridazioni che il linguaggio del documentario ha attraversato negli ultimi anni.
È questo il tema del Concorso Internazionale a chiamata che si terrà alla Casa del Cinema di Roma dal 30 giugno al 3 luglio.
I titoli dei film – selezionati da Antonio Pezzuto, Anna Maria Pasetti e Paola Cassano – saranno annunciati nella conferenza stampa di presentazione convocata, sempre alla Casa del Cinema, per mercoledì 22 giugno (ore 11.30 – Sala Gian Maria Volonté). Ad assegnare il Grand Prix Media Fenix al Miglior Documentario del Concorso Internazionale SDF 2022 sarà una giuria composta da Laura Delli Colli (Presidente), Igiaba Scego e Gioia Avvantaggiato. Il Premio degli Studenti Dams // Università degli Studi Roma Tre sarà consegnato dalla professoressa Ivelise Perniola, Presidente della giuria studentesca.
Nel programma del festival, il racconto della realtà sarà declinato in tutte le sue forme, per attraversare insieme al pubblico un universo in cui trovano posto, accanto al documento e alla storia, le dimensioni inaspettate della lirica e del sogno. In questo senso va intesa la scelta di dedicare una grande finestra tematica al documentario di animazione, intitolata “Le metamorfosi del linguaggio del reale”.
La rassegna si aprirà il 30 giugno con “Flee” (Fuggire) di Jonas Poher Rasmussen, candidato all’Oscar come miglior film internazionale, miglior documentario e miglior lungometraggio d’animazione: la storia di un fuggitivo afghano rifugiato in Danimarca che, scavando nel suo ‘rimosso’, cerca di ricostruire la propria identità, sessuale ed emotiva.
“Il film mette in scena per tagli, visioni e cesure la rȇverie del protagonista” – scrive Giovanna Taviani nella sua introduzione – nel forte contrasto tra l’animazione grafica …e le immagini reali di repertorio che mostrano guerre, diaspore e migrazioni. Eppure le immagini animate sono più reali del reale. … Credo sia perché la formalizzazione del “segno” allontana da te la realtà, in un mondo di favola lontano dalle cronache del presente, e al tempo stesso la trasfigura. La innesta nel grande solco della narrazione epica contro il linguaggio vuoto e sempre-uguale della cronaca televisiva. La rende universale.”
Nelle giornate successive, autori e autrici di cinema e graphic novel si confronteranno sul rapporto tra racconto disegnato e traccia documentaria durante le masterclass quotidiane alla casa del Cinema curate da Ludovica Fales. Sarà possibile incontrare lo storico maestro del fumetto Vittorio Giardino, in conversazione con il critico Oscar Cosulich (1 luglio); il regista Stefano Savona (2 luglio) e l’illustratore e art dirtector israeliano David Polonsky. Le proiezioni continueranno ogni sera al Teatro all’aperto Ettore Scola, con la presentazione di tre capolavori storicamente riconosciuti: “Persepolis” di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud (1 luglio) “La strada dei Samouni” di Stefano Savona (2 luglio) e “Valzer con Bashir” di Ari Folman (3 luglio). “Storie vere –dichiara ancora Taviani – alcune autobiografiche, tutte mosse da un’irruzione della soggettività nella materia narrata che rende il documentario un genere nuovo dal punto di vista del linguaggio e delle potenzialità espressive. D’altronde Agnès Varda lo dichiarava: mi metto dentro i miei film perché voglio stare ancora un po’ in mezzo a loro, in compagnia del mio pubblico. Metamorfosi del documentario e dell’umanità. Perché le diaspore, le guerre, gli espatri producono incontri, creano mutamenti.”
Cris Toala Olivares – fotografo e filmmaker ecuadoriano che vive e lavora in Olanda per National Geographic, ospite del festival nella giornata di apertura – si è avvicinato alla ‘gente dei vulcani’ seguendo lo stesso percorso, epico e personale insieme. Sua è l’immagine scelta per illustrare il concept di questa XVI edizione. “L’immagine ritrae in un bellissimo grandangolo Gaetano Cincotta” – racconta la direttrice del Festival nella sua nota – “da tutti conosciuti come il vichingo dell’isola di fuoco, su una barca in mezzo al mare, col vulcano sullo sfondo, mentre si accinge a buttare acqua sulla rete in segno di rispetto nei confronti della natura. …In uno scenario drammatico come quello della guerra che stiamo vivendo, questa immagine ci restituisce al contrario l’idea di un percorso, di un viaggio ulissiaco dalla propria terra di origine a nuovi lidi lontani, che trasformano l’identità dell’uomo in un faccia a faccia con la natura, verso una feconda metamorfosi che lo rende libero. Il vichingo di Stromboli è il frutto di innesti di popoli, eternamente in viaggio attraverso il Mediterraneo, un mare che favorisce gli incontri, mentre il vulcano dietro le sue spalle, muta e trasforma la conformazione delle coste”.
Il libro fotografico “Living with Volcanoes” – da cui è tratta l’immagine – sarà presentato in anteprima italiana il 30 giugno, e aprirà ufficialmente un focus dedicato al territorio e alla sostenibilità, organizzato in collaborazione con Green Salina Energy Days: “Isole Vulcani Energia”. La finestra, che farà da ponte tra la sezione romana e quella eoliana del Festival, si chiuderà nel pomeriggio del 3 luglio con la proiezione di due film emblematici: “La Soufrière” di Werner Herzog (Germania 1977, 30’) che racconta l’imminente eruzione del più importante vulcano di Guadalupe, attraverso l’attesa incredibilmente serena di 3 contadini del luogo, e il recentissimo “Fire Under The Sea” di Gil Kebaili, Roberto Rinaldi e Luc Marescot (Francia 2022, 52’), girato – con la collaborazione di Francesco Italiano, già Direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo – tra le spettacolari manifestazioni vulcaniche marine.
Dalla Sicilia alla Capitale e ritorno, il Festival – che continuerà a Salina dal 15 al 18 settembre con il concorso nazionale “Isole.Doc” – apre le proiezioni alla Casa del Cinema di Roma il 30 giugno, con un evento dal valore fortemente allegorico: la presentazione dell’intenso reportage “I semi del ‘92”, firmato da Salvatore Cusimano, il giornalista che per primo mandò in onda le immagini di Capaci, in una indimenticabile edizione straordinaria del Tg 1. Saranno presenti all’incontro, insieme all’autore, gli editori Giorgio e Mario Palumbo, produttori dell’audiovisivo, da sempre in prima linea per diffondere la cultura della legalità, e il giornalista Paolo Mondani, autore della clamorosa inchiesta “La bestia nera”, trasmessa nella puntata di Report del 23 maggio scorso, che ha portato alla luce connessioni inedite tra mafia e eversione di destra, scatenando polemiche e opposizioni culminate nella perquisizione dell’abitazione del giornalista da parte della DIA, su mandato della procura di Caltanissetta.
“I semi del ‘92” – che sarà proiettato nell’ambito di uno spazio intitolato “Il documentario nelle scuole. Memoria e generazioni. Scuola e Cittadinanza nell’impegno di Palumbo Editore” – cerca una risposta ad alcune delle domande più drammatiche che restano aperte sulle complicità esterne a Cosa Nostra, ma raccoglie anche la testimonianza di chi oggi lavora ogni giorno per diffondere tra i più giovani la cultura della legalità, e cambiare in profondità la vita della comunità. Il murales dipinto sulla facciata del Centro San Giovanni Apostolo, nel cuore del CEP di Palermo, è un simbolo di questa speranza. Nel disegno naif, un grande fiore solleva lo stelo sulla Sicilia verde: ad annaffiare le sue radici sono le sagome colorate di Falcone, Borsellino e Padre Puglisi.