Lettre à ma fille depuis le pays des femmes
(Francia, Italia, 2023, 50’) di Silvia Staderoli
Sceneggiatura Silvia Staderoli
Fotografia Silvia Staderoli
Montaggio Antonio Carola
Suono Jean-Marc Schick
Musica My Dog’s A Bear
Produttore Cyril Berard, Charlotte Uzu
Produzione Les Films D’Ici, Prova Films
Con il supporto di Procirep Angoa
Un diario filmato indirizzato dalla regista alla propria figlia adolescente, e a tutte le adolescenti. Il documentario si struttura su una cronaca del periodo prima, durante e dopo il movimento #metoo, e si compone di frammenti di scritti, momenti di vita e incontri con donne impegnate nella lotta alla violenza di genere.
Mia figlia Laura ha appena compiuto sedici anni. Mi dico che è fortunata a crescere in Francia nell’era post-#metoo, che per lei ci sarò sempre, che parlare di sesso tra noi non sarà mai un tabù. Che oggi possiamo attrezzare le ragazze per difendersi dai rischi che corrono. C’è una cosa essenziale che ci distingue: io sono stata vittima di violenza sessuale, lei no. Almeno per il momento? Almeno per il momento… Nel corso degli anni si è aperto uno sconcertante divario tra quello che mi è successo e l’immagine che avevo di me stessa. Nonostante mi sforzassi di proiettare l’immagine di una donna equilibrata, forte e responsabile, dentro mi sono sempre sentita fragile, incapace di difendermi, incapace di trasmettere gli strumenti di cui avevo bisogno per crescere a mia figlia. [Silvia Staderoli]
Silvia Staderoli (1979, La Spezia) nel 2007 dirige i suoi primi documentari, Bienvenue chez Carlo e American Portraits. È co-autrice con Marco Serrecchia di Capitan Salgari (2009). Seguono 9 minutes et 45 seconds (2010), Mon mur à moi (2013), La langue maternelle (2015), À bord (2018). Nel 2022, oltre al documentario
Grazia, l’Italie et les autres, realizza il cortometraggio narrativo Lola. Dopo Lettre à ma fille depuis le pays des femmes si è dedicata nel 2024 al corto Le patriarche e alla docu-fiction Un amour.