Vakhim

(Italia, 2024, 98’)
di Francesca Pirani

Con Vakhim Borra, Maklin Tosi, Simone Borra, Francesca Pirani
Soggetto e sceneggiatura Francesca Pirani
Fotografia Massimo Intoppa, Luciano Usai
Montaggio Nicola Moruzzi
Supervisione suono Francesco Morosini
Montaggio del suono e mix Emanuele Amodeo
Musica Tony Carnevale
Produttore Luca Criscenti
Produzione Land Comunicazioni
Con il contributo di Ministero della Cultura

Adottato in Cambogia, Vakhim arriva in Italia nel 2008. Parla solo khmer e tutto intorno a lui è sconosciuto: ma è un bambino solare e
per adattarsi al paese in cui deve vivere rimuove le tracce del suo passato. Passato che però non scompare del tutto: con lui c’è la sorella
maggiore Maklin, e dopo qualche anno arriva una lettera dalla madre naturale del bambino. I genitori adottivi Francesca e Simone decidono di andarla a cercare.

Semplici filmati di famiglia diventano lo sguardo partecipe e la testimonianza di un distacco imposto, drammatico, dal mondo di Vakhim. Una commistione di repertorio privato e nuove riprese, cui è affidato il compito di dar corpo alla vita nascosta nella sua mente. Il linguaggio si destruttura con l’avanzare della storia, abbandonando la costruzione strettamente realistica, grazie alle riprese realizzate
ex novo in Cambogia. I ricordi d’infanzia di Vakhim e Maklin hanno un carattere più cinematografico; il diario di viaggio, invece, uno stile realistico cui è affidata la narrazione delle riprese, gli stati d’animo di Vakhim e Maklin, i primi contatti con la madre, sino allo sconvolgente incontro con lei. I piani narrativi scivolano dalla finzione alla realtà, dal passato cambogiano al presente italiano, per restituire un’immagine di quella realtà invisibile, racchiusa ora nella memoria del bambino ora in quella dello stesso divenuto adulto. [Francesca Pirani]

Francesca Pirani ha lavorato come attrice e critica cinematografica. Il suo primo lungometraggio, L’appartamento, è del 1997. Segue nel 2001 Una bellezza che non lascia scampo. Nel 2017 ha diretto Beo, premio per il miglior documentario al Rome Independent Film Festival. Del 2022 è D’Annunzio – L’uomo che inventò sé stesso, diretto insieme a Stefano Viali.