Napoli, Fuorigrotta. Sullo sfondo c’è lo stadio San Paolo e sotto la curva A sorge il SER.T – servizio per le tossicodipendenze. In questo quartiere, che la domenica si popola di tifosi, c’è un luogo che custodisce le storie di medici e pazienti. Per più di due anni Claudia Brignone ha frequentato il SER.T ascoltando la voce di chi prova a uscire dalla “dipendenza”, definita dai medici “la malattia del desiderio”. Ognuno sembra avere la sua terapia, anche se spesso si rivela soltanto un tentativo.
Il film è un racconto corale in cui il luogo, contenitore di storie e di vite, è il vero e proprio protagonista. È stato un lavoro lungo e intenso, di conoscenza e di ascolto, in cui tra fase di ricerca e quella di riprese sono trascorsi più di tre anni.
Non sapevo quando avrei smesso di filmare, ne ho preso coscienza solo quando Giuseppe, uno dei protagonisti, è venuto a mancare. Con la sua morte ho capito che avrei dovuto mettere un punto alle riprese e da quel momento ho iniziato a costruire il senso del racconto con il materiale che avevo in maniera autentica e discreta.
Claudia Brignone