Sabato 2 ottobre per il SalinaDocFest a Roma l’attesa masterclass di Milo Rau su Pier Paolo Pasolini oggi introdotta da Cristina Piccino.

Il grande regista e drammaturgo svizzero, uno dei maggiori autori teatrali contemporanei, che di Pasolini è un profondo conoscitore, incontrerà il pubblico del festival alle 17.00.

Per Milo Rau “il tema portante della masterclass e, il titolo che ne potrebbe scaturire, è quello di “Attivismo & Arte” considerando i temi che si affronteranno, partendo dallo specifico de Il Nuovo Vangelo, come il tentativo di sintesi di una serie di azioni sulle quali – spiega Milo Rau – lavoro da anni. L’attenzione alle comunità locali, il ripensamento dell’arte in relazione all’attivismo, una nuova concezione di adattamento dei classici, il cinema come strumento di lotta politica e l’invenzione di canali distributivi alternativi. Tutti questi elementi trovano nel processo avvenuto a Matera una sorta di punto d’incontro ideale che si proietta in una nuova serie di progetti possibili.”

Queste le linee programmatiche a partire dalle quali si svilupperà la sua masterclass che sarà preceduta da un lungo omaggio a Pasolini attraverso la presentazione di alcuni film a lui idealmente ispirati. Per l’occasione prima della masterclass sarà proiettato un video saluto di Pippo Delbono.

I nuovi Vangeli del documentario è la cornice dell’evento speciale legato all’omaggio a Pasolini a 99 anni dalla nascita che vede i lavori realizzati da due grandi registi della scena contemporanea, Pippo Del Bono e lo stesso Milo Rau.

Ciò che ci accomuna gli uni agli altri è la nostra solitudine, il nostro bisogno dell’altro”: da questo presupposto, profondamente pasoliniano, nasce il Vangelo degli emarginati di Pippo Delbono,  presentato alle Giornate degli Autori di Venezia nel 2016.

 

Alle 10.00 la proiezione di Vangelo di Pippo Delbono che trova la sua ambientazione in un freddo campo profughi italiano, in cui il regista, spinto dal dolore personale, ritrova simbolicamente la vista nel contatto umano con il dolore degli altri. Pasolini, all’epoca, nei suoi Sopralluoghi in Palestina, per la ricerca delle scenografie naturali in cui ambientare il Vangelo secondo Matteo, non aveva trovato luoghi intatti ma macerie di una storia inconclusa che gli ricordano alcuni paesaggi desolati della Calabria. Di qui la scelta di ricostruire la Palestina in Basilicata e la Galilea in Puglia e in Calabria.

Alle 15.00 la proiezione di Das Neue Evangelium (Il nuovo Vangelo) di Milo Rau, autore di un teatro documentario fortemente politico, che, in occasione delle riprese del suo documentario Il Nuovo Vangelo, presentato alle Giornate degli Autori di Venezia nel 2020, si è recato nei più grandi campi di rifugiati del Sud Italia, i cosiddetti “Ghetti”, e ha ritrovato i nuovi Gesù attorno a Matera, nei luoghi dove Pasolini girò il suo capolavoro. Che cosa predicherebbe Gesù nel ventunesimo secolo? Chi sarebbero i suoi discepoli? Da queste domande, sempre più pasoliniane, Milo Rau torna alle origini del Vangelo e sceglie come suo protagonista l’attivista camerunense per i diritti degli agricoltori, Yvan Sagnet, il primo Gesù nero nella storia del cinema europeo. attivista politico, protagonista della battaglia per il riconoscimento dei diritti degli emigrati in Europa. Cosa avrebbe predicato Gesu nel XXI secolo? Chi sarebbero i suoi discepoli? E come risponderebbe la società di oggi al ritorno del figlio di Dio? Milo Rau torna alle origini del Vangelo mostrando la nostra società, ingiusta e colma di diseguaglianze.

Sempre nel segno di Pasolini la proiezione alle 12.00 di A Black Jesus di Luca Lucchesi che arriva al festival in anteprima romana. Una statua di un Gesù nero è, da moltissimi anni, oggetto di adorazione per una piccola città siciliana. Edward, ghanese di diciannove anni, residente in un centro profughi oggetto di grandi polemiche nel paese, chiede di essere lui uno dei portatori della statua durante la processione annuale. La comunità si divide. Gli abitanti di questo piccolo villaggio sono così chiamati a mettere in discussione la propria identità, a partire dall’icona stessa della loro fede: il Gesù nero. Luca Lucchesi risponderà alle domande del pubblico presente in sala.

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