Via Castellana Bandiera di Emma Dante
Se esiste un bene comune, questo non può prescindere dalla disponibilità che ogni persona esca da uno stato di irretimento, dalla cristallizzazione della sua posizione, per aprirsi di contro al possibile, all’altro.
Il film di Emma Dante, Via Castellana Bandiera, esibisce l’esatto opposto, l’indisponibilità ad aprirsi e l’irretimento nel quale ogni individuo si rifugia non dando minimamente ascolto alla richiesta dell’altro. La sfida di due donne ferme nella loro automobile, irremovibili nella decisione di non far passare l’altra, e al contempo aiutate da coloro che le circondano a tenere fino in fondo la posizione, racconta di un mondo dove il bene comune è andato disperso e, paradossalmente, nemmeno a vantaggio di un interesse personale, perché in quella contrapposizione nessuno è destinato a vincere, a trarre un beneficio, a prescindere dall’esito della storia.
E se noi spettatori vediamo con struggimento le figure di queste due donne intrappolate in un contesto che rimanda al mito della caverna di Platone o a una tragedia greca come l’Antigone, ancor più sofferenza generano l’amore di una ragazza per la sua fidanzata e quello di un nipote per la nonna, che reclamano un passo indietro, che senza dirlo anelano un bene comune o, quanto meno, un bene che anche egoisticamente possa andare a vantaggio di tutti.
Quella strada nella quale le protagoniste sono incagliate, non è soltanto un vicolo, un angolo sperduto di Palermo, un luogo rappresentativo della Sicilia, è il nostro mondo in cui la prospettiva si è ristretta, lo sguardo si è fatto oscuro, nel quale l’essere indipendente si è trasformato nel più cupo solipsismo.
Per il suo esordio cinematografico Emma Dante ha scelto una storia di piccoli conflitti, di piccole prevaricazioni, quasi a suggerire che la frantumazione del mondo inizi da noi, dalle nostre automobili bloccate in una strada a doppio senso che non è in grado di ospitarne più d’una.
Il film
Chiuse all’interno delle loro macchine, due donne si affrontano in un duello muto. Un duello tutto al femminile punteggiato dal rifiuto di bere, mangiare e dormire; più ostinato del sole di Palermo e più testardo della ferocia degli uomini che le circondano. Perché, come in ogni duello, è una questione di vita o di morte… È una domenica pomeriggio. Rosa e Clara, si perdono nelle strade della città e finiscono in una specie di budello: Via Castellana Bandiera.
Nello stesso momento, un’altra macchina guidata da Samira, dentro la quale si ammassa la famiglia Calafiore, arriva in senso contrario e penetra nella stessa strada. Né Rosa al volante della sua Multipla, né Samira, donna antica e testarda al volante della sua Punto, intendono cedere il passo, mentre la famiglia Calafiore rientra all’interno della palazzina abusiva nella quale abita e prepara, con la complicità della gente del quartiere, una scommessa su chi tra le due donne terrà la sua posizione più a lungo.
La sera arriva, poi la notte penetra nella strada e nelle case del quartiere, ma le due donne, resistendo alla fame, al sonno e alla sete, sembrano obbedire a un’ostinazione che non ha più niente di razionale, e continuano a non cedersi il passo…
Via Castellana Bandiera è una strada dove due donne si sfidano. Il blocco di Rosa è mentale e l’ostruzione del quartiere una questione di principio. Chiunque potrebbe passare, superare la barriera ed essere libero ma nessuno lo fa.
I legami diventano indissolubili, i patti infrangibili. Da un lato c’è l’entrata nella nassa dove vivono un partito, una società, una famiglia, dall’altro c’è Rosa, il suo amore in bilico e il precipizio in fondo alla via. Cardine è una donna anziana. Samira. Muta. Al di sopra di tutto. Come monolite. Come frangiflutti che si oppone alle correnti. Come geroglifico scalfito nella roccia.
La sua tana è l’auto dove si è rifugiata. Per sempre. La vita non ha trama e via Castellana Bandiera è un pezzo di vita.
Emma Dante
Il film in sintesi
Emma Dante, Italia/Svizzera, 2013, 90’
Con Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Renato Malfatti, Dario Casarolo, Carmine Maringola.
Soggetto Emma Dante, sceneggiatura Emma Dante, Giorgio Vasta, Licia Eminenti (collaborazione), fotografia Gherardo Gossi, montaggio Benni Atria, suono Simone Paolo Olivero, François Musy, Benni Atria, Paolo Benvenuti, musiche Fratelli Mancuso (canzone “Cumu è sula la strata”)
Produttori Gregorio Paonessa, Marta Donzelli, Mario Gianani, Lorenzo Mieli, Elda Guidinetti, Andres Pfaeffli, Marleen Slot.
Produzione Vivo Film, OffSide, Ventura Film, Wildside Media in collaborazione con Rai Cinema, RSI Televisione Svizzera, SRG SSR idée suisse, Cofinova 9, Cinecittà Luce distribuzione Cinecittà Luce
Emma Dante
Nata a Palermo nel 1967, drammaturga e regista si è diplomata a Roma nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Dopo aver recitato con, tra gli altri, Andrea Camilleri, Davide Iodice, Roberto Guicciardini, Gabriele Vacis, Valeria Moriconi, Galatea Ranzi, Francesco Martinetti, Vittorio Gassman, Nanny Loy e Marcello Mastroianni, ha costituito, nel 1999, a Palermo, la compagnia Sud Costa Occidentale con la quale ha vinto il premio Scenario 2001 e il Premio Ubu, nel 2002 come novità italiana. Premio Ubu che vince nuovamente nel 2003 con lo spettacolo Carnezzeria.
Nel 2004 vince il Premio Gassman come migliore regista italiana e il Premio della critica dell’Associazione Nazionale Critici del Teatro per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, il Premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo Medea e nel 2009 viene insignita del Premio Sinopoli per la cultura e nel 2010 del Premio Svoboda, Honoris Causa e del Premio Histryo alla regia. Moltissimi sono i suoi spettacoli teatrali, alcuni ancora in tournée in Italia (La trilogia degli occhiali e le due favole per bambini e adulti Anastasia Genoveffa e Cenerentola e Gli alti e bassi di Biancaneve), altri in procinto di essere allestiti: Le sorelle Macaluso, che debutterà al Teatro Mercadante di Napoli nel 2014, e Feurnot, con il quale inaugurerà la stagione del Teatro Massimo di Palermo.
Nel 2009 ha inaugurato la stagione della Scala firmando regia e costumi della Carmen di Bizet con la direzione di Daniel Barenboim, mentre nel 2011 la sovrintendenza e il municipio di Milano le hanno commissionato la scenografia e il set-up della grande esibizione Artemisia Gentileschi. Storia di una passione. Nel 2012 ha debuttato a Parigi con la Muta di Portici all’Opéra Comique in coproduzione con «La Monnaie» di Bruxelles.
Ha pubblicato: Carnezzeria trilogia della famiglia siciliana, con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi, 2007); Via Castellana Bandiera (Rizzoli, 2008); Trilogia degli occhiali (Rizzoli, 2011) e le storia illustrata per bambini, Anastasia, Genoveffa e Cenerentola (La Tartaruga, 2011) e Gli alti e bassi di Biancaneve (La Tartaruga, 2012).