“Quanto sta accadendo in questi giorni è una conferma della validità della scelta che abbiamo fatto: creare una nuova sezione del nostro Festival dedicata al Cinema e alla Storia, cioè alla scuola”, ha detto Giovanna Taviani commentando la vicenda dell’insegnante di Palermo sospesa per una ricerca dei suoi alunni che metteva in relazione il decreto sicurezza del governo con le leggi razziali del 1938.
La vicenda è stata commentata con un intervento sul suo blog La letteratura e noi nel sito di Palumbo editore da Romano Luperini, membro del Comitato d’onore del SDF.
“Questo atto di forza vuole intimidire non solo una categoria (gli insegnanti) ma tutti i cittadini”, ha scritto Luperini nel suo intervento che ha avuto un tale numero di letture da “intasare” gli accessi al sito. Che presto sarà ripristinato. Intanto lo pubblichiamo qua per intero. Eccolo.
“I fatti di Palermo costituiscono una minaccia alla libertà dei cittadini e un attentato gravissimo ai diritti sanciti dalla Costituzione: la libertà di opinione e la libertà di insegnamento. Una insegnante è stata esclusa per quindici giorni dall’insegnamento e da parte dello stipendio (ridotto alla metà) per non aver vigilato su un video dei suoi alunni che accosta il decreto salviniano sulla sicurezza alle leggi razziali del 1938 (cosa peraltro pensata da almeno un terzo degli italiani).
Il fatto è di una gravità inaudita. Chi riteneva i gesti di intolleranza del nostro ministro degli interni delle innocue pagliacciate deve ripensarci. Questo atto di forza vuole intimidire non solo una categoria (gli insegnanti) ma tutti i cittadini. E che si sia partiti dai docenti non è casuale: sono loro che devono insegnare il rispetto dei diritti, la democrazia, la tolleranza, i principi della Costituzione antifascista. La scuola da sempre è un terreno di resistenza. Per questo è stata colpita per prima.
Questa prova di forza è solo un inizio, un ballon d’essai per vedere quanto avanti ci si può spingere sin da oggi nella fascistizzazione dello stato. Per questo esige una risposta pronta e decisa. Già gli insegnanti e gli studenti di Palermo, che sono subito scesi in sciopero, hanno reagito con decisione.
Nessuno sottovaluti quanto è successo. Di qui in avanti nessuno è più sicuro e, come è successo alla insegnante di Palermo, chiunque può trovarsi la Digos in casa o in classe. Si sta procedendo alacremente verso uno stato di polizia, e bisogna resistere, resistere subito con gli strumenti della democrazia ma con il massimo di determinazione”.
Romano Luperini