Al via, dall’11 al 15 settembre a Salina (Isole Eolie) la XVIII Edizione del SalinaDocFest, fondato e diretto da Giovanna Taviani, da quest’anno affiancata da Antonio Pezzuto.
Sei documentari tra i migliori dell’ultimo anno selezionati da Paola Cassano, Ivelise Perniola, Antonio Pezzuto, Giovanna Taviani, sul tema Libertà Come essere Liberi, che concorreranno al Premio Palumbo Editore per il Miglior Documentario, Premio Signum del Pubblico, e Premio Media Fenix al Miglior Montaggio. La prestigiosa Giuria per il Concorso del documentario narrativo è formata dalla regista Firouzeh Khosrovani, dal produttore Andrea Occhipinti e dalla regista e attrice Kasia Smutniak.
“La libertà – sottolineano i selezionatori – prima che essere un diritto è una dinamica relazionale. Non è solo un diritto, ma è una necessità dell’essere umano e della società, per svilupparsi e crescere, come una necessità è camminare o respirare. Ma la parola libertà, da sola, vuole dire poco. La libertà acquista senso nel momento in cui la rapportiamo alla condivisione, al vivere con gli altri. La libertà è importante se capiamo, prima di tutto, come possiamo essere liberi. Sono state queste le linee che ci siamo dati per scegliere i sei film del concorso che entrano, più o meno consapevolmente, nei meandri di questa tematica e mostrano le mille sfaccettature che questa parola può assumere”.
I sei documentari in concorso sono: La canzone di Aida (Canada, Francia, Italia) opera prima di Giovanni Princigalli, su una bambina, poi ragazza e infine donna, che vive la propria vita in un campo Rom di Bari; Un paese di resistenza (Belgio, Francia, Italia) di Shu Aiello e Catherine Catella, proiettato alla presenza delle registe, sulla cittadina calabrese di Riace, che, grazie al lavoro del sindaco Domenico “Mimmo” Lucano, è stata per vent’anni un simbolo di accoglienza e di speranza. Lettre à ma fille depuis le pays des femmes (Francia, Italia) di Silvia Staderoli, è il diario filmato indirizzato dalla regista alla figlia adolescente, e a tutte le adolescenti che sarà proiettato alla presenza del montatore Antonio Carola. Vakhim (Italia) di Francesca Pirani, alla presenza della regista. Il sale nell’anima (Italia) di Luca Noris, alla presenza del regista, è un omaggio a Renato Guttuso, nel racconto della vita di alcuni pescatori con i loro rituali quotidiani, le difficoltà, la solitudine e il senso della comunità. Bosco Grande (Francia, Italia) di Giuseppe Schillaci, alla presenza del regista, è la storia di un tatuatore palermitano di 260 kg, mito della cultura punk della città fin dagli anni Ottanta.
Il 14 settembre al SalinaDocFest 2024 sarà consegnato il Premio SIAE – Sguardi di cinema dedicato agli autori di finzione con un film tra i migliori dell’ultimo anno sul tema prescelto dal Festival. Dopo Valeria Golino, Alice Rohrwacher, Claudio Giovannesi, Francesco Bruni, quest’anno il Premio SIAE – Sguardi di Cinema va all’opera prima di Paola Cortellesi, C’è ancora domani, enorme successo di pubblico con oltre 5 milioni di presenze. Maggiore incasso dell’anno 2023, è stato apprezzato dalla critica italiana ed estera, che pone l’accento sui diritti delle donne, a partire dal diritto di voto esercitato nel 1946.
“Per l’edizione 2024 – annuncia Salvatore Nastasi, Presidente della SIAE – abbiamo deciso di premiare un film che in questa stagione cinematografica ha superato ogni aspettativa, facendo parlare di sé e portando al cinema quasi sei milioni di spettatori. Potrebbe sembrare ridondante consegnare il Premio SIAE – Sguardi di Cinema a Paola Cortellesi per il suo ‘C’è ancora domani’, dato che per la pellicola, dal momento della sua uscita in sala, è stato un susseguirsi di trionfi sia di botteghino che di critica. Due premi alla Festa del Cinema di Roma, premiato come Film dell’anno ai Nastri d’Argento del 2024. Le 19 candidature ai David di Donatello – trasformate in 6 premi – l’hanno resa l’opera d’esordio con più candidature nella storia dei David. ‘C’è ancora domani’ è il debutto alla regia di Paola Cortellesi, che ne è anche interprete e coautrice con Furio Andreotti e Giulia Calenda. Iscritta in SIAE da venticinque anni, Cortellesi incarna la versatilità dell’autore e la sua capacità di leggere il proprio tempo e intercettarne i bisogni. Il tema del SalinaDocFest di quest’anno – ‘Libertà – Come essere liberi’ – ci impone di continuare a parlare di temi come la violenza domestica, il patriarcato, la parità di genere, che accompagnano la quotidianità della protagonista del film a uno dei giorni più importanti della Storia d’Italia: la nascita della Repubblica in seguito al referendum del 2 giugno 1946, al quale per la prima volta parteciparono anche le donne. Dopo una lunga e premiata carriera d’attrice, Cortellesi affronta temi che dal secolo scorso a oggi non hanno smesso di essere attuali, riportandoli all’attenzione con immagini allo stesso tempo dure ed emozionanti, non rinunciando all’ironia e alla sua innata capacità di parlare a un vasto pubblico”.
Sarà quindi consegnato il Premio Ravesi – Dal testo allo schermo, che verrà consegnato da Giuseppe Siracusano dell’Hotel Ravesi a Giulia Calenda, sceneggiatrice pluripremiata del cinema italiano e co-sceneggiatrice di C’è ancora domani.
“Giulia Calenda – recita la motivazione del premio – si è affermata in questi ultimi anni come una delle più importanti sceneggiatrici italiane, seguendo le orme di Suso Cecchi d’Amico, con la quale ha iniziato a scrivere i suoi primi soggetti, raccontando una nuova Italia con film come quelli diretti da Cristina Comencini, Riccardo Milani, Fabio Mollo o Daniele Luchetti, ma anche in opere televisive come La storia, diretta quest’anno da Francesca Archibugi”.
La Calenda incontrerà incontrerà il pubblico di Salina per svelare dal vivo segreti e idee di un film che ha nella scrittura a il suo fulcro vitale. A dialogare con lei sul tema “Donne Libertà Costituzione”, Maria Chiara Prodi, Direttrice della Maison de l’Italie alla Cité internationale universitaire di Parigi, Presidente della Commissione VII del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Presidente delle Acli di Francia. “Il segreto di Delia e del film di Paola – sottolinea la Calenda in una intervista inedita di Giovanna Taviani pubblicata sul catalogo del festival – sta proprio in questo rapporto: non c’è libertà senza condivisione con gli altri. Bisogna incontrare il mondo, partecipare alla vita comune, stare insieme. Anche la gioia che il pubblico prova nel finale del film è liberatoria: è la gioia di ritrovarsi, di commuoversi di fronte a una storia condivisa. Il pubblico che ha deciso di andare a vedere il film è uscito di casa, ha cercato parcheggio, ha incontrato gente che magari non andava al cinema da anni, si è riconosciuto negli altri. E ha provato la stessa gioia di Delia, che alla fine del film esce da casa per andare a votare insieme ad altre donne. In sala il pubblico ha cominciato ad applaudire dieci minuti prima del finale, e ha continuato fino alla fine, in un crescendo incredibile, come allo stadio”.
Il Premio Ravesi – Dal testo allo schermo negli anni ha visto premiati, tra gli altri, autori e autrici come Abraham Yehoshua, Emma Dante, Nadia Terranova, Giuseppina Torregrossa, Daniele Vicari, Nahal Tajadod, Francesca Marciano e Abderrahmane Sissako.