Firouzeh Khosrovani, regista iraniana è la vincitrice del Premio Irritec per la XVII edizione del SalinaDocFest – Donna Oltre Confini, in programma a Salina dal 13 al 17 settembre.
Il Premio Irritec, presente dal 2016 ha assunto negli anni un ruolo sempre più centrale nella storia del festival, che Irritec, da sempre sostenitrice del cinema, è felice di supportare nella splendida cornice della magica e amata Salina.
Questa la motivazione del premio:
“Onorata di consegnare a Firouzeh Khosrovani il Premio Irritec – afferma Giulia Giuffré, Board Member & Sustainability Ambassador del Gruppo industriale – che con arte, coraggio e determinazione, attraverso il documentario narrativo ha dato voce ad un’intera generazione. Perché la storia iraniana e le sue complessità sociali, tra cui le condizioni delle donne, sono lo specchio di una più ampia realtà”.
Nell’ambito del FOCUS “DONNE E IRAN” come omaggio alla cineasta iraniana saranno proiettati i film da lei diretti Rough Cut (2007), Profession: Documentarist (2014), Fest of Duty (2014) e Radiografia di una famiglia (2020), introdotti e presentati con la regista da Antonio Pezzuto e Paola Cassano.
Firouzeh Khosrovani sarà anche protagonista di un incontro pubblico, moderato da Anna Maria Pasetti.
Nata a Teheran, Firouzeh Khosrovani si trasferisce in Italia per seguire i suoi studi artistici all’Accademia della Belle Arti di Brera. Dopo la laurea nel 2002 torna in Iran per seguire un master in giornalismo.
Ora vive tra Teheran e Roma. Il suo film d’esordio, Life Train (2004) è un documentario sulla terapia “ludica” per i bambini traumatizzati dopo il terremoto di Bam. Nel 2007, ha diretto Raugh Cut, un film sui manichini di plastica mutilati nelle vetrine dei negozi di Teheran, che ha vinto ben tredici premi internazionali.
Il suo penultimo lavoro, Fest of Duty, segue due ragazze che passano dall’adolescenza all’età adulta, otto anni dopo la loro “Cerimonia del Dovere”. Il film ha vinto il premio OXFAM dell’IDFA nel 2014. Il suo ultimo lavoro Radiografia di una famiglia (2020) è stato premiato come miglior film all’IDFA 2020.
Nei suoi documentari ha esplorato l’immagine delle donne tra il vecchio regime (quello dello Shah) e la Repubblica islamica instaurata dopo la rivoluzione.